Lettera di un poliziotto in servizio nella Val Susa: “Trattati come carne da macello”

Cari amici, vi propongo la lettura dell’articolo pubblicato dal quotidiano on-line Quelsi. In pratica la lettera scritta da un collega in servizio nella Val di Susa e nella quale si raccontano le condizioni di lavoro degli agenti e gli inutili rischi a cui vengono esposti…   La lettera è stata recapitata alla redazione del giornale (forse anche ad altri che non hanno avuto il coraggio di pubblicarla)… a voi la sentenza.

Egregio direttore,
Invio questa lettera che è inerente alla vicenda della Valsusa e del cantiere TAV e sui fatti (non saliti alle luci della ribalta) occorsi il 24 di luglio (stesso servizio in cui il collega è rimasto ustionato).

Non sono sindacalizzato e non ho trovato miglior modo per sbollire la mia rabbia che mettendo tutto per iscritto nella speranza che pubblichiate queste 4 righe.
Vi voglio segnalare infatti un impiego del personale a difesa del cantiere assolutamente scellerato che pone lo stesso in situazioni di potenziale GRAVISSIMO pericolo.
È diventata prassi infatti schierare le squadre dei Reparti inquadrati fuori dal cantiere facendoli uscire fai cancelli per posizionarli anche a oltre 100 metri da essi.

La criticità si amplifica nei turni serali e notturni quando le stesse squadre vengono posizionate sotto le luci dei generatori. Non serve un istruttore di tecniche operative o un mago di strategia per capire che si va a fare un servizio di una pericolosità ed inutilità abominevoli.
Pericoloso perché si lavora in un posto angusto tra sentieri sconnessi, si rimane in attesa ed in piedi per ore con gambe che si imballano e ti impediscono qualsiasi movimento rapido; si staziona sotto le luci artificiali e circondato da un bosco impenetrabile per cui costituisci un obiettivo inerme ed esposto (ricordate le foto dei notav che lanciano biglie di ferro???).

Ti rendi assolutamente conto di come tu e la tua squadra costituisci un bersaglio alla mercè dei noti teppisti senza che ti sia data possibilità di difenderti.
Servizio tra l’altro, come dicevo, inutile perché si è a difesa del cantiere posizionati in punti in cui questo è protetto oltre che dalle barriere che ben conosciamo tutti anche dal fossato scavato tutt’attorno a protezione nel lato nord.
E chiaramente anche pericoloso di notte xc il fossato è parzialmente coperto da piccola vegetazione e non si capisce bene da dove inizi.
Insomma, un servizio da carne da macello.

Queste disposizioni e questi servizi non sono casi isolati, stanno diventando una routine quasi quotidiana.
Il personale è pronto al sacrificio sempre, nonostante tagli e blocchi alla retribuzione ed agli avanzamenti di qualifica si sacrifica anche quando il sacrificio richiesto pare assurdo (come nel mio racconto) sebbene la voglia di URLARE BASTA sia davvero molta.
Non siamo carne da macello, non siamo agnelli sacrificali.
Chi può fare qualcosa si muova.
Anche solo condividendo.
Grazie.

 

Un poliziotto alla ricerca della dignità rubata